Recenti novità in materia di smart working e di lavoro agile, che anche con la fine della pandemia rimane uno strumento utilizzabile per l'organizzazione del lavoro.
Il Tribunale di Trieste, con sentenza del 21 dicembre 2023, ha affermato che il diritto allo smart working dei lavoratori fragili non è assoluto, ma subordinato alla compatibilità con le caratteristiche della prestazione e con le esigenze organizzative aziendali.
La valutazione di tale compatibilità è rimessa al datore di lavoro ed è soggetta al controllo del giudice sotto il profilo del rispetto del canone di buona fede.
Tenuto conto della situazione concreta, lo smart working può essere modulato sulla base dell'assetto organizzativo aziendale, concesso in forma ibrida (alternato con giorni in presenza), con possibilità di modifica al mutare delle esigenze delle parti.
Relativamente al settore pubblico, è intervenuta la Direttiva del 29 dicembre 2023 della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ministro per la Pubblica Amministrazione).
Pur ritenendo superflua una proroga dell'obbligatorietà del lavoro agile per i soggetti fragili, ha inteso sensibilizzare le dirigenze delle P.A. "ad un utilizzo orientato alla salvaguardia dei soggetti più esposti a situazioni di rischio per la salute, degli strumenti di flessibilità che la disciplina di settore già consente."
Ai lavoratori che documentino gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari, deve essere garantita la possibilità di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza.
Esprimiamo particolare soddisfazione per il contenuto di questa direttiva, che sembra aver recepito alcune delle richieste avanzate per i nostri assistiti.